Quanti miti e leggende sull’acqua! Alcuni riguardano l’acqua che sgorga dai nostri rubinetti e la sua qualità, altri riguardano l’acqua depurata e il suo utilizzo. Qual è la qualità dell’acqua che usiamo nelle nostre case? Acqua depurata uguale acqua potabile? E tanto altro ancora…


Acqua potabile: falsi miti da sfatare

1 – L’acqua del rubinetto non è sicura. 
L’acqua potabile è un diritto universale dell’uomo da garantire sempre, attraverso la disponibilità per tutti di acqua di buona qualità nei luoghi di vita e di lavoro, in quantità necessaria e a costi accessibili per ogni uso umano, non solo potabile. Le caratteristiche chimiche dell’acqua (durezza, acidità o alcalinità (pH), presenza di sali minerali) e organolettiche (odore e sapore) possono, talvolta, cambiare nel tempo, ma gli standard di sicurezza sono comunque garantiti dai rigorosi controlli operati sotto l’egida del Ministero della Salute, dal gestore idrico (Lario Reti Holding per la provincia di Lecco) e dalle Aziende Sanitarie Locali (ASL) competenti sulle acque lungo tutto il loro percorso, dall’origine al rubinetto.

2 – Bere acqua minerale è più sicuro che bere acqua del rubinetto.

Si tratta di una falsa credenza. L’acqua del rubinetto (acqua potabile) e quelle minerali naturali non sono diverse dal punto di vista della sicurezza. I controlli, infatti, sia nel caso delle acque minerali naturali, sia nel caso dell’acqua potabile o delle acque trattate dopo il punto di consegna (ad esempio nei “chioschi dell’acqua”), assicurano l’assenza di rischi per i consumatori che sono in tutti i casi garantiti.  L’acqua del rubinetto deve essere priva di corpi estranei e deve rispondere a determinati parametri. Sono dei limiti fissati molto chiaramente dal “Decreto Legislativo 18/2023 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano” (e successive modifiche), che devono essere rispettati. L’acqua che passa dai contatori, ovvero il limite fisico fissato dalla legge a cui il gestore deve garantire il rispetto dei parametri può essere – a seconda dei casi – sottoposta a trattamenti di filtraggio, disinfezione e potabilizzazione atti a garantire l’incolumità. Questi dati sono costantemente monitorati dal Laboratorio di prova di Lario Reti Holding e sono a vostra disposizione alla pagina Acqua di Casa Tua

3 – L’acqua del rubinetto contiene troppo calcio.
Sia l’acqua in bottiglia che quella di rubinetto possono contenere calcare, visibile sulle pareti di una pentola dopo la bollitura dell’acqua. Il consumo di un’acqua ricca di calcio può anche essere un fattore protettivo importante nella prevenzione dell’osteoporosi. Il fabbisogno giornaliero di acqua partecipa infatti a coprire anche le nostre esigenze nutrizionali di calcio, presente principalmente nei latticini, nei vegetali a foglie verde scuro, nel pesce e nei frutti di mare, ma anche nell’acqua che beviamo. In particolare, la concentrazione di calcio nell’acqua potabile varia in genere da 60 a 200 mg/L, per cui si potrebbero assumere tra i 120 ed i 400 mg di calcio in modo assolutamente non dannoso per il nostro organismo tramite due litri di acqua. Per confronto, una normale mozzarella contiene circa 160 mg di calcio. La capacità dell’intestino di assorbire il calcio contenuto nell’acqua, spesso presente in quantità consistente, è simile a quella del calcio contenuto nel latte e nei prodotti lattiero-caseari.

4 – L’acqua potabile favorisce i calcoli renali.
Non è vero che il calcio presente nell’acqua favorisca la formazione dei calcoli renali. Le persone predisposte a formare questo tipo di calcoli devono bere abbondantemente e ripetutamente nel corso della giornata senza temere che il calcio contenuto nell’acqua apposta favorire la formazione dei calcoli stessi. Anzi ricordiamo che anche le acque minerali ricche di calcio possono costituire a riguardo un fattore protettivo.

5 – Poco sodio per l’ipertensione.
Non è vero che le acque a basso contenuto di sodio siano utili per chi soffre di ipertensione. Il sodio contenuto nelle acque è in quantità talmente bassa che la sua assunzione è irrilevante sia riguardo alla salute che riguardo all’estetica.

6 – L’utilizzo del cloro può essere dannoso per la nostra salute?
Il cloro viene utilizzato per disinfettare l’acqua ed è regolamentato da ferree procedure certificate, atte a garantire la giusta disinfezione. I livelli del cloro sono costantemente monitorati e devono rimanere nei limiti consigliati dal “Decreto Legislativo 18/2023 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano” 3 e s.m.i. I parametri di legge prevedono, infatti, la totale assenza di microrganismi dannosi per l’uomo nell’acqua potabile, in particolare Enterococchi ed Escherichia Coli. Il cloro è considerato uno dei migliori prodotti per la disinfezione proprio perché è attivo sia contro questi batteri che contro spore e virus. A dispetto di metodi alternativi di disinfezione puntuali (ozonizzazione, membrane filtranti, …) la clorazione è un metodo che garantisce il mantenimento della disinfezione e della potabilità nell’intera rete e per un periodo di tempo maggiore.

7 – Addolcitori domestici: moda o necessità?
Gli addolcitori d’acqua domestici per il consumo umano sono più una moda che una necessità, dato che il processo di potabilizzazione permette di ottenere un’acqua dalla composizione sana, sicura, controllata e quindi già potabile. Gli addolcitori d’acqua domestici utilizzano principalmente tecnologie che necessitano di una costante manutenzione per continuare a funzionare. In pratica hanno lo scopo di addolcire l’acqua potabile e di eliminare elementi chimici e particelle sospese che, attraverso il sistema di potabilizzazione e di analisi delle acque di falda, sono state già eliminate dal gestore del sistema idrico. Addolcire ulteriormente un’acqua potabile, già adatta al consumo umano, può essere controproducente perché la si priva di elementi minerali essenziali.


Fognatura e depurazione: miti e leggende

1 – Il depuratore si trova prima dei rubinetti e serve a rendere potabile l’acqua?
Assolutamente no, gli impianti di depurazione puliscono l’acqua di fogna e si trovano dopo le nostre case. L’acqua trattata dagli impianti di depurazione e in uscita da essi non è potabile ma ha tutte le caratteristiche fisco chimiche perché sia compatibile con la natura. Infatti, dopo il trattamento di depurazione, viene reimmessa in fiumi, laghi e mari in modo che la sua qualità sia adatta a preservare la biodiversità di piante e animali che popolano gli acquiferi.

Lario Reti Holding Acquedotto e fognatura Depuratore

2 – Il ciclo dell’utilizzo dell’acqua nella provincia di Lecco è aperto o chiuso?
Il ciclo dell’acqua nella provincia di Lecco è aperto: ovvero l’acqua viene captata dalle diverse fonti di approvvigionamento, potabilizzata, distribuita alle utenze. Qui viene utilizzata e poi attraverso la rete fognaria arriva fino ai depuratori dove viene trattata e reimmessa in natura. In altre zone del pianeta, come in alcune aree desertiche, il ciclo è chiuso: ovvero l’acqua utilizzata, dopo essere stata depurata, viene di nuovo resa potabile e compatibile con l’uso a scopi alimentari.

3 – Nel WC possiamo buttare tutto?
Assolutamente no! Ci sono due problemi, uno di tipo meccanico e uno chimico. Meccanico: alcuni elementi gettati nel water (come gli assorbenti) non si possono disciogliere nell’acqua e di conseguenza vanno a formare delle ostruzioni all’interno delle tubature (in genere quelle di casa nostra dal diametro minore) con un conseguente non scorrimento dell’acqua e intasamento. Chimico: alcune sostanze, come farmaci, vernici, olio alimentare non sono in grado di essere depurate dagli impianti e irrimediabilmente finiscono in natura con una grave danno per la flora e la fauna. Ecco una lista di cose che non dovresti mai gettare nel wc: cotton fioc, blister di medicinali, tamponi e assorbenti, carta da cucina e i fazzoletti usa e getta, preservativi in lattice, pannolini, avanzi di olio o di cotture grasse, animali morti, salviette umidificate, mozziconi di sigarette, materiali di risulta (come sabbia, vernici, polveri), dischetti struccanti, cerotti, bendaggi e materiali medici, lenti a contatto monouso.

4 – Tutto ciò che finisce nel tombino (caditoie) in strada finisce nel depuratore.
Vero e falso. Foglie, mozziconi e tutto ciò che si trova sul pavimento stradale (se non raccolto) va a finire all’interno delle caditoie, dopo una pioggia. Le acque che si riversano qui dentro possono avere un diverso trattamento a secondo che il tombino afferisca ad una fognatura di tipo misto piuttosto che separato. Nel primo caso, il refluo arriva al depuratore e qui l’acqua viene depurata. Se si tratta invece di un sistema di raccolta solo di acque meteoriche (separate dalla fogna) non verranno trattate e andranno direttamene in natura, al fiume o al lago più vicino: quindi il tombino non è un cestino!

5 – L’acqua depurata può essere riutilizzata?
Si, proprio perché le sue qualità chimico-fische sono compatibili con l’ambiente. Può essere utilizzata per l’irrigazione dei campi con un risparmio di acqua potabile e di energia: infatti, ad oggi, l’irrigazione nei campi viene generalmente effettuata con acqua potabile, prelevata dall’acquedotto.

Altri usi possibili sono il lavaggio delle strade con le spazzatrici e gli spurghi fognari: in alcuni comuni della provincia di Lecco, ad esempio, l’acqua depurata viene raccolta dalle spazzatrici in apposite colonnine poste nei pressi dei depuratori oppure viene usata per gli spurghi fognari.