Acquedotti, una storia antica
Gli antichi romani sono stati capaci di erigere opere di architettura che sono riuscite a sopravvivere fino ai giorni nostri. Ancora adesso ci affidiamo a una rete di acquedotti per trasportare l’acqua fino alle nostre città, ma forse dovremmo imparare qualcosa dai nostri antenati. Scopriamo le criticità e le condizioni della rete idrica italiana.
La nostra penisola ha una storia antica che ci ha lasciato bellissime opere artistiche e architettoniche, tra cui i resti degli antichi acquedotti romani. Anche se a prima vista potrebbero non sembrare un granché se confrontati con templi, statue, chiese e dipinti che troviamo in tutta Italia gli acquedotti di epoca romana sono una formidabile opera di ingegneria che è riuscita a sopravvivere fino ai giorni nostri. Addirittura alcuni tratti sono ancora funzionanti.
È anche grazie all’afflusso di acqua potabile che Roma ha potuto prosperare e diventare il centro della civiltà occidentale per molti secoli. Pensate che al massimo del suo splendore la rete di acquedotti forniva alla città di Roma circa 1000 litri di acqua per abitante, una quantità impressionante se confrontata con i 475 litri degli anni sessanta del novecento.
La storia però è andata avanti, e dopo un salto temporale di 2000 anni troviamo oggi una rete idrica italiana piuttosto malandata e in forte bisogno di riparazioni e ammodernamenti. Ogni anno la rete di distribuzione italiana gestisce più di 8 miliardi di metri cubi di acqua, di cui addirittura 3 miliardi vengono sprecati a causa di perdite e falle del sistema. Si parla di 41 metri cubi di acqua al giorno per ogni chilometro di rete idrica.
L’innalzamento delle temperature e le sempre più frequenti siccità hanno reso ancora più evidente il problema dell’approvvigionamento idrico nazionale e occorre agire al più presto per riparare ed efficientare la rete di distribuzione.
Fonti
https://www.visitareroma.info/acquedotti-romani-storia-e-curiosita/
ARTICOLO A CURA DELL’UFFICIO D’AMBITO DI LECCO