L’acqua da casa nostra al mare attraverso fiumi e laghi… un viaggio depurante

La rete fognaria è un tassello fondamentale per mantenere puliti l’acqua che beviamo e il cibo che mangiamo, ma ancora troppe persone al mondo non hanno accesso a infrastrutture adeguate.

La Terra è uno strano pianeta: si chiama Terra ma è coperta per il 71% da acqua, di cui il 97% salata, il 2% congelata sotto forma di ghiacciai e solo l’1% disponibile come potabile per l’uomo. Proprio per questo, nonostante siamo circondati dall’acqua, dobbiamo impegnarci a preservare questo elemento fondamentale per la vita.

Questo non significa solo evitare gli sprechi, ma anche “riciclare” correttamente le acque di scarico delle nostre case.

È qui che entra in gioco la rete fognaria, un sistema di canalizzazione sotterraneo che raccoglie e allontana le acque meteoriche e di scarico potenzialmente nocive, convogliandole ai depuratori e, una volta “ripulite” e sanificate, fino al punto di scarico nel mare, fiume o lago dove ricomincia il ciclo naturale dell’acqua.

Nel mondo occidentale diamo per scontato questo processo, ma tutt’oggi, nei paesi in via di sviluppo, il 95% dell’acqua usata in attività umane viene scaricata nella natura senza alcun trattamento con gravi rischi per la salute, sia per gli esseri umani che per piante e animali.

I rifiuti chimici prodotti dalle attività umane e quelli industriali scaricati nei fiumi, infatti, possono provocare vere e proprie stragi nelle comunità acquatiche (piante e pesci), oppure contaminare le falde acquifere, i vegetali e le carni degli animali destinati al consumo umano.

Molte sostanze, come i solfuri e l’ammoniaca ad esempio, interferiscono nelle reazioni biochimiche degli organismi e possono arrivare a provocare la morte degli animali; mentre gli effetti nocivi dei metalli pesanti possono includere difficoltà di apprendimento, disturbi comportamentali e riduzione della fertilità negli animali e negli esseri umani.

E se in Europa le acque sotterranee sono generalmente pulite (il 74% è in buone condizioni chimiche), addirittura 1,8 miliardi di persone al mondo utilizzano fonti d’acqua contaminate dalle feci.[1]

Con alcune piccole accortezze ciascuno di noi può contribuire all’efficienza ed efficacia del processo di depurazione dell’acqua. Ad esempio usare detersivi biologicamente degradabili, non gettare rifiuti solidi nel WC (come capelli, avanzi di cibo, carta da cucina, salviette, cotton fioc…), e non gettare nel lavandino oli e grassi da cucina: sono difficilmente gestibili dai depuratori, raccoglili in un contenitore e portali all’isola ecologica (1 litro di olio esausto può inquinare 1 milione di litri d’acqua!)

Sono piccole azioni che, ripetute centinaia, migliaia, milioni di volte contribuiscono in modo consistente alla protezione della salute dell’acqua, dell’ambiente e dell’uomo.

 

Fonti

  1. https://www.eea.europa.eu/it/segnali/segnali-2018/articoli/gravi-rischi-per-la-vita-sott2019acqua

ARTICOLO A CURA DELL’UFFICIO D’AMBITO DI LECCO