“Progetto Grigna”: al via i primi test di tracciamento delle acque
Hanno inizio le attività sul campo relative al progetto di tracciamento delle acque carsiche nella Grigna Settentrionale. Il progetto, presentato al pubblico il giorno 4 aprile 2019 presso la sede della Comunità Montana della Valsassina, è frutto della collaborazione tra Lario Reti Holding, l’Università degli Studi di Milano Bicocca, la Federazione Speleologica Lombarda e il Parco Regionale della Grigna Settentrionale.
La prima fase operativa del progetto prevede che il giorno giovedì 2 maggio siano rilasciati nel torrente Esino dei piccoli quantitativi di Fluorescina sodica e Tinopal CBS-X, due sostanze fluorescenti atossiche di colore giallo/azzurro.
La diffusione del tracciante all’interno del labirinto carsico della Grigna verrà monitorata grazie ad una serie di strumenti posizionati in grotta e alle sorgenti nel corso degli ultimi mesi. Tra questi, spettrofluorimetri da pozzo, in grado di rilevare in continuo il passaggio delle sostante fluorescenti anche in bassissime concentrazioni non visibili all’occhio umano, e carboni attivi, in grado di assorbire le sostanze fluorescenti e renderle successivamente rilevabili tramite opportune analisi.
La concentrazione dei traccianti sarà calcolata in modo che non risulti alcuna alterazione visibile ad occhio nudo, cosa che si potrebbe verificare solo in caso di condizioni climatiche particolari come, per esempio, eventi di precipitazione particolarmente intensi. Nel corso di questo tracciamento, l’acqua del torrente Esino e quella captata da Lario Reti Holding alle sorgenti che servono l’acquedotto del Comune di Varenna potrebbero quindi risultare leggermente colorate ma, comunque, innocue per persone e animali.
Il progetto ha ottenuto il benestare di tutti gli Enti preposti al controllo delle acque potabili e dell’ambiente, e restituirà risultati scientificamente importanti per la caratterizzazione del sistema idrogeologico della Grigna Settentrionale, attraverso la definizione dei percorsi idrici sotterranei. L’obiettivo finale è valutare la vulnerabilità dell’acquifero carsico e, quindi, la possibilità di migliorare e difendere la qualità delle acque di superficie e di quelle servite alla cittadinanza da Lario Reti Holding.