L’acqua: un’energia da sfruttare
L’acqua non è solo fonte di vita, possiede anche una forza capace di spostare montagne. Abbiamo imparato a domarla per trasformarla in energia elettrica pulita, un tassello molto importante per completare la transizione energetica di cui abbiamo bisogno. Ma la crisi climatica colpisce anche le centrali idroelettriche.
L’acqua è l’elemento fondamentale per la vita sulla Terra, ma grazie allo scorrere di fiumi e torrenti possiamo ottenere da essa anche qualcosa in più: energia pulita. La crisi climatica, dovuta in gran parte allo sfruttamento sconsiderato di fonti energetiche altamente inquinanti, ci sta colpendo in pieno e senza lasciare grandi speranze di uscirne in tempi brevi. In un Paese come l’Italia, ricco di montagne e corpi idrici, l’energia idroelettrica sembra una delle soluzioni migliori per dare spinta alla transizione energetica verso fonti non inquinanti.
La storia dell’idroelettrico in Italia inizia da lontano, quando verso il finire dell’Ottocento la nostra penisola rappresentava l’avanguardia mondiale nello sviluppo dei sistemi di produzione di energia dall’acqua. Al tempo si ipotizzava addirittura che il “carbone bianco” delle Alpi, così era soprannominata l’energia idroelettrica, potesse soddisfare l’intero fabbisogno energetico italiano. Al giorno d’oggi la strada da fare rimane tanta e gli impianti soffrono di obsolescenza.
Tuttavia questa rimane la fonte rinnovabile maggiormente sfruttata in Italia e fornisce circa il 15% del fabbisogno totale di energia elettrica e il 40% di quella prodotta da fonti rinnovabili. Dopo un periodo di calo negli ultimi 20 anni si è ricominciato a investire nel settore, in particolare installando impianti di piccole dimensioni ma più efficienti.
La siccità, tuttavia, non colpisce solo le colture e le risorse di acqua potabile. A luglio 2022 la produzione di energia idroelettrica in Italia è calata del 32% rispetto allo stesso mese del 2021. Le mini centrali che sfruttano il corso naturale dei fiumi si sono fermate per mancanza di acqua a sufficienza, mentre i bacini artificiali che alimentano le centrali più grandi sono a rischio a causa dei grossi prelievi di liquidi a scopo agricolo. Insomma un cane che si morde la coda: abbiamo bisogno dell’idroelettrico per fermare la crisi climatica, ma essa stessa ne riduce l’efficienza.
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